L'isola del giorno prima di Umberto Eco (1994): Era sopra un giardino, no, s'era sbagliato, ora sembrava una foresta impietrata, fatta di ruderi di funghi - no ancora, era stato ingannato, ora erano poggi, pieghe, ripe, buche e spechi, un solo sdrucciolare di sassi viventi, su cui una vegetazione non terrestre si componeva in forme schiacciate, rotonde o scagliose, che sembravano aver indosso un ghiazzerino di granito, oppure nodose, o rannicchiate su se stesse. Ma, per quanto diverse, tutte erano stupende per garbo e avvenenza, a tal punto che anche quelle lavorate con finta negligenza, a opera strapazzata, mostravan la loro rozzezza con maestà, e parevano mostri, ma di bellezza.
Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Luigi Pirandello (1925): Da due giorni ostenta innanzi a me devota e sommessa affezione per il Ferro: si stringe a lui, pende da lui, pur lasciando intendere a chi ben la osservi, ch'ella come tutti gli altri, più di tutti gli altri, sa e vede l'angustia mentale, la rozzezza delle maniere, insomma la bestialità di quest'uomo. La sa e la vede. Ma gli altri - intelligenti e garbati - lo disprezzano e lo sfuggono? Ebbene, ella lo pregia e s'attacca a lui appunto per questo; appunto perché egli non è né intelligente, né garbato.
L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): Fui soddisfatto di vederla diventare più piccola, senza quei tacchi alti: adesso, la differenza fra le nostre stature, che tanto mi umiliava, appariva quasi trascurabile. Essa portava, sopra le calze lunghe di seta, delle calzettine corte di lana scura, rammendate; i suoi piedi erano piccoli, ma di forma tozza e poco elegante; e le sue gambe, dalla caviglia piuttosto grossa, avevano una rozzezza quasi ancora infantile. |